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Miele

Published 13 Apr 2020

l miele è un alimento prodotto dalle api (Apis mellifera). Viene prodotto a partire dal nettare o dalla melata. Il nettare è bottinato sui fiori di moltissime piante. Il nettare è escreto dalle ghiandole nettarifere presenti all'interno del fiore ma anche in posizione esterna (extra-floreale), ad esempio sul picciolo delle foglie di alcune piante (ciliegio, lauroceraso). Il nettare e la melata vengono raccolti (bottinati), trasformati, disidratati e immagazzinati nel favo. Il miele è utilizzato come nutrimento dalle api nei periodi di assenza di importazione nettarifera, come nella stagione invernale o tra una grande fioritura e l'altra. La definizione legale di miele è inserita nell'Art.1 del D.Lgs 179/2004. Indice 1 Storia 2 Produzione 2.1 Animali mellivori 3 Lavorazione 3.1 Asportazione dei melari 3.2 Stoccaggio dei melari 3.3 Disopercolatura 3.4 Smielatura 3.5 Filtraggio 3.6 Decantazione del miele 3.7 Invasettamento 3.8 Cristallizzazione 3.9 Stoccaggio 4 Conservazione 5 Tipi di miele 5.1 Tipi di miele diffusi in Italia 6 Albo Nazionale degli Esperti in Analisi Sensoriale del Miele 7 Principi nutritivi contenuti 7.1 Zuccheri 7.2 Oligoelementi 7.3 La cristallizzazione 8 Proprietà farmacologiche e curative 8.1 Proprietà specifiche 9 La legge italiana 10 Uso di farmaci nell'allevamento apistico 11 Riconoscimenti 12 Note 13 Bibliografia 14 Voci correlate 15 Altri progetti 16 Collegamenti esterni Storia Manoscritto arabo del 1224 sulla preparazione di medicinali a base di miele. La parola miele sembra derivare dall'ittita melit. Per millenni, ha rappresentato l'unico alimento zuccherino concentrato disponibile[1]. Le prime tracce di arnie costruite dall'uomo risalgono al VI millennio a.C. circa. Nell'antico Egitto il miele era apprezzato; risalgono a 4000 anni fa le prime notizie di apicoltori che si spostavano lungo il Nilo per seguire, con le proprie arnie, la fioritura delle piante. Gli Egizi usavano deporre accanto alle mummie grandi coppe o vasi ricolmi di miele per il loro viaggio nell'Aldilà. Dalla decifrazione dei geroglifici è risultato palese che ricette a base di miele erano impiegate non solo ad uso alimentare, ma anche medico, per la cura di disturbi digestivi e per la produzione di unguenti per piaghe e ferite.[2][3] I Sumeri lo impiegavano in creme impastate con argilla, acqua e olio di cedro, mentre i Babilonesi ne facevano uso culinario: erano diffuse focaccine fatte con farina, sesamo, datteri e miele. Nel Codice di Hammurabi si ritrovano articoli che tutelano gli apicoltori dal furto di miele dalle arnie. I Greci lo consideravano "cibo degli dei", perché rappresentava una componente importantissima nei riti che prevedevano offerte votive. Omero descrive la raccolta del miele selvatico; Pitagora lo raccomandava come alimento per una vita lunga. I Romani ne importavano grandi quantitativi da Creta, Cipro, dalla Spagna e da Malta. Da quest'ultima pare anche derivarne il nome originale Meilat, appunto terra del miele. Veniva utilizzato come dolcificante, per la produzione di idromele[4], di birra, come conservante alimentare e per preparare salse agrodolci. Nella alimentazione medievale il miele aveva un ruolo ancora centrale, seppure ridotto rispetto all'antichità[5], ed era usato principalmente come agente conservante oltre che dolcificante. Il miele fu gradualmente soppiantato come agente dolcificante nei secoli successivi, soprattutto dopo l'introduzione dello zucchero raffinato industrialmente. Solo recentemente, in virtù delle riconosciute proprietà terapeutiche, il miele sta ritornando in voga.

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